Al festival “Architettura in città” la mostra di Atelier Héritage “Leggermente fuori sede. #Barrieraècasanostra”
Dal 1 al 4 luglio
Galleria Umberto I – Torino
La “leggerezza” del vivere “fuori sede”, ovvero del condividere il quartiere di Barriera di Milano come una casa comune pur provenendo da tanti paesi diversi, sarà in mostra al festival “Architettura in città” dal 1 al 4 luglio nella Galleria Umberto I (via della Basilica, piazza della Repubblica – orario continuato). Sono 15 i lavori della mostra “Leggermente fuori sede. #Barrieraècasanostra” realizzati dai ragazzi tra i 6 e i 13 anni che hanno partecipato al concorso promosso dal laboratorio creativo Atelier Héritage che opera nel quartiere in via Baltea n.3.
Accanto ai lavori dei ragazzi sarà allestito anche un muro di ritratti
fotografici della campagna “#Barrieraècasanostra” iniziata nel gennaio 2015 per la quale i cittadini hanno ricevuto in dono una chiave, legata ad una cartolina raffigurante una immagine storica del quartiere. La chiave è un oggetto simbolico, da tenere o regalare a chi si desidera invitare, che apre le serrature di luoghi storici, di aggregazione, dei mercati, delle scuole, delle dimensioni multiculturali.
Nei loro lavori per il concorso i ragazzi hanno espresso la loro percezione del quartiere. Tre di loro, Donatella, Xiyn Chen e Samuel, sono stati premiati da una giuria di esperti. Il premio, la partecipazione gratuita alla scuola estiva di Atelier Héritage.
Donatella, 12 anni, è nata a Napoli e vive da 4 anni a Barriera. Lei ha immaginato di vedere il suo quartiere dall’alto, evidenziando la differenza tra un giardino privato ed uno pubblico. Il primo, chiuso tra i palazzi e vuoto; il secondo pieno di giochi e di alberi.
Xiyn, 14 anni, è nata in Cina e abita nel quartiere da 3 anni. Nel suo disegno in bianco e nero ha raffigurato se stessa davanti a porte che rappresentano opportunità e scelte oggi possibili nella sua vita.
Samuel, 12 anni, è nato in Romania. Vive a Barriera da 9 anni. Lui ha rappresentato i suoi vicini di casa. Un condominio in cui convivono persone con abitudini ed origini diverse.
“Tutti hanno usato l’aggettivo possessivo ‘mio’ per i titoli dei loro lavori: ‘il mio quartiere’, ‘i miei vicini di casa’ ribadendo un senso di appartenenza. Il loro essere potenzialmente ‘fuori sede’, non è fattore di criticità ma ricchezza, e malgrado siano costretti a confrontarsi con problemi complessi ogni giorno, questi ragazzi hanno scelto un gesto leggero di bellezza e di apertura verso il mondo, una visione positiva di un luogo che sentono come casa” –commenta Mariachiara Guerra, responsabile del progetto Atelier Héritage.